Vetro Di Murano | Lavorazioni D'Arte & Artigianato | MAG47
 

Vetro Di Murano

Una storia lunga secoli nella laguna di Venezia

Vetro di Murano e Arte

Viene chiamato vetro di Murano il vetro artistico prodotto tipicamente nella laguna di Venezia, precisamente nell’isola di Murano. Si tratta di una produzione e lavorazione antichissima, che viene realizzata ancora oggi in ambito artigianale.

I prodotti più classicamente realizzati sono lampadari in vetro di Murano, piatti e vetri decorativi a forma di piccoli animali. All’interno delle caratteristiche calli di Murano è possibile trovare diverse botteghe che realizzano vetri incisi e decorati, mentre turisti da tutto il mondo giungono ad ammirarne i famosi processi di lavorazione.

La storia del Vetro di Murano comincia molti anni addietro e si sviluppa nei  secoli con modalità e processi diversi, che nel corso del tempo hanno costituito la storia di un prodotto tipicamente Made In Italy.

vetro murano glass

Storia del Vetro di Murano

I primi cenni storici documentati sull’arte vetraia a Venezia risalgono al 982 d.C., in questo periodo i commerci a Venezia avevano portato il vetro proveniente dall’Oriente nella laguna. In seguito la Repubblica di Venezia, per prevenire l’incendio degli edifici, fece spostare nel 1291 le fonderie dei vetrai a Murano. La città, all’epoca, era infatti in gran parte costruita in legno.

 

Inizialmente il vetro soffiato di Murano veniva prodotto più per utilità, che per valenza artistica, ma nel 1400 qualcosa cambiò. Venezia cominciò a produrre oggetti in vetro di Murano a scopo prevalentemente artistico-estetico: iniziarono a comparire opere di grandi artisti, come Antonio da Codegoro, in vetro soffiato. Nel XV secolo non sempre il vetro veniva colorato, talvolta veniva lasciato incolore come il cristallo di rocca, mentre nel XVI secolo si prese l’usanza di applicare leggere colorazioni sul vetro.

 

Nel 1797, con la caduta della Repubblica di Venezia e l’inizio della crisi industriale il vetro di Murano visse un periodo di forte decadenza, fino alla rinascita ad opera di Domenico Bussolin e Pietro Bigaglia, che diedero vita ad una nuova produzione di vetro filigranato con colori vivaci. Infine il XX secolo vede l’esplosione delle lavorazioni moderne del vetro, con Vittorio Toso Borella che creò opere d’arte mai viste prima di allora nella laguna veneta. Oggi il vetro di Murano è noto in tutto il mondo e viene ancora oggi prodotto da oltre 50 aziende che utilizzano il marchio Vetro Artistico Murano.

Produzione e lavorazione vetro di Murano

Il vetro artistico di Murano viene prodotto seguendo una serie di complessi passaggi di lavorazione. Le tecniche utilizzate per la realizzazione del vetro sono molte e diverse fra loro. La procedura si divide in Prime Lavorazioni e Seconde Lavorazioni:

 

  • Prima Lavorazione. Comprendono una serie di processi come l’avventurina, processo antico che vede nel vetro una serie di pagliuzze dorate  cristalli di rame. Un’altra tipica prima lavorazione è il cristallo, ovvero il vetro incolore decolorato tramite il biossido di manganese.

 

  • Seconda Lavorazione. Tra le seconde lavorazioni più comuni troviamo le conterie, ovvero spigoli e punte di vetro ottenuti tramite la lavorazione a lume. Queste lavorazioni si concentrano particolarmente sulla forma del vetro, ottenuta non a caldo. All’interno di questa sezione troviamo alcune lavorazioni antichissime come la molatura, che permette di scavare il vetro in diverse fasi.

Come nasce il vetro di Murano

Il vetro di Murano viene lavorato nel forno, costituito da una camera chiusa a una temperatura di circa 1000 gradi centigradi. Nel forno viene situato il crogiolo, ovvero un recipiente costituito in materiale resistente al calore in cui viene riposta la materia prima per la realizzazione dell’oggetto scelto. Con la cazza da missiar e la cazza da traghettar viene poi trasportato il vetro fuso da un recipiente all’altro e infine in un recipiente pieno d’acqua per portare il vetro al raffreddamento.

 

La lavorazione artistica avviene attraverso particolari utensili del mestiere come la canna da soffio, un tubo usato per soffiare l’aria nel composto fuso prelevato dal forno. I mastri vetrai hanno sempre strumenti unici, personali e spesso tramandati da generazioni all’interno della vetreria. Infatti, come dice un vecchio detto di Murano Strumenti buoni sono utili, ma buone mani sono meglio, a significare l’importanza della tradizione tramandata nell’esperienza dei maestri del vetro.

Il Museo del vetro di Murano

Nel 1861 nasce a Murano il Museo del Vetro, con la collaborazione di molti mastri vetrai che donarono spontaneamente nell’800 diversi pezzi di vetro artistico. L’operazione fu capitanata dal sindaco di Murano con l’abate Zanetti e, quando Murano nel 1923 venne annesso al comune di Venezia, il museo entrò a far parte della Fondazione Musei Civici di Venezia.

 

Tra le tecniche di lavorazione più note e famose esposte nel museo c’è la soffiatura del vetro di Murano, che avviene nel lasso di tempo che intercorre fra il passaggio del vetro dallo stato liquido a quello solido. In questo stato della materia il vetro è malleabile e quindi l’artigiano può utilizzare una canna per modellare il vetro soffiando.

 

Anche la tecnica nota con il nome di vetro fusione è antichissima. Si tratta di una procedura in cui sezioni di vetro di colori diversi vengono accostate all’interno di una superficie di fibra ceramica. Le lastre vengono fuse e unite tramite un forno in modo da ottenere quella che è celebre con il nome di murrina o vetro mosaico.